Alla fine è arrivato lo sfratto: il centro sociale Leoncavallo non esiste più, era occupato dal 1994 e Poliziotti e carabinieri si sono presentati nel centro sociale di via Watteau nella mattinata del 21 agosto e hanno liberato gli spazi, dove in passato sorgeva l’ex cartiera di proprietà della famiglia Cabassi alla quale il ministro degli Interni “deve tre milioni di euro come risarcimento danni per i mancati interventi delle forze dell’ordine negli anni passati, soldi che il Viminale ha a sua volta chiesto a Marina Boer, in qualità di responsabile legale dell’associazione Mamme del Leoncavallo“, come scrive Repubblica.
Prevedibile l’imponente schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa che ha sbarrato l’accesso a via Watteau dai due lati, mentre i carabinieri hanno chiuso la strada all’altezza del ponte di via Antonio Fortunato Stella. Sul posto anche i primi attivisti del centro sociale, che stanno assistendo alle operazioni di sfratto. E’ prevedibile una manifestazione per protestare contro lo sgombero improvviso.
Altrettanto prevedibile il commento di Matteo Salvini, forse ministro-ombra dell’interno, che c’ha tenuto a parlare di “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”, perché ora Salvini è anche poliglotta. Ci si aspetta altrettanto furore contro “l’illegalità tollerata” anche nei confronti di Casapound e dell’occupazione dello stabile a Roma, dato che anche quella va avanti da decenni, ma non ci si aspetta tanto.
La Prefettura ha reso noto: “Nella mattinata odierna hanno avuto luogo le operazioni di sgombero dell’immobile in Via Watteau n. 7 a Milano di proprietà della società “L’Orologio s.r.l.”, occupato abusivamente da parte della“Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo”. Per l’avvocato Mazzali, legale del Leoncavallo, bisogna “capire se anticipare lo sfratto è legittimo.
(21 agosto 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata