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Sversamenti illeciti e fanghi contaminati: il presidente della Commissione Ambiente Mastruzzo convoca la commissione e chiede chiarezza all’amministrazione comunale di Montirone

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In Italia, il diritto dei cittadini a conoscere le condizioni ambientali del territorio in cui vivono è sancito dal Decreto legislativo 195/2005, che recepisce la direttiva europea 2003/4/CE sull’accesso alle informazioni ambientali. La normativa stabilisce che qualsiasi persona — senza dover dimostrare un interesse specifico — può ottenere dalle autorità pubbliche dati e documenti relativi a aria, acqua, suolo, contaminazioni e rischi ambientali.

Un principio rafforzato dalla riforma costituzionale del 2022, che ha inserito nella Carta la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi come valore fondamentale e ha limitato l’attività economica quando arreca danni alla salute e all’ambiente.

È in questo quadro che Massimo Mastruzzo, presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Comune di Montirone, esprime “profonda preoccupazione” per l’ennesima vicenda di presunta gestione illecita di rifiuti che potrebbe aver coinvolto terreni del territorio comunale.

“Ricordo — afferma Mastruzzo — che il 19 maggio 2019, durante un convegno a Brescia, venne inaugurata a Calcinato la prima sede di Polizia ambientale dedicata a Michele Liguori, il vigile di Acerra morto il 19 gennaio 2014 dopo anni di indagini nella Terra dei Fuochi. Nel suo sangue furono ritrovati, tra gli altri, i PCB 118 e 126 riconducibili alla Caffaro di Brescia. La sua storia dimostra come l’inquinamento non conosca confini e come chi difende l’ambiente spesso paghi un prezzo altissimo”.

Il precedente WTE: condanne definitive ma nodi ancora aperti

Mastruzzo denuncia come, a fronte di leggi penali ambientali ormai da anni in vigore, “le condanne definitive restino poche e spesso non proporzionate alla gravità dei danni”.

Richiama in particolare la vicenda WTE, per la quale la giustizia ha già fatto il suo corso. L’azienda è stata ritenuta responsabile della diffusione — come fertilizzante — di circa 150 mila tonnellate di fanghi contaminati in terreni agricoli del Nord Italia tra il 2018 e il 2019.

L’amministratore, Giuseppe Giustacchini, è stato condannato a un anno e quattro mesi con pena sospesa; all’azienda è stata inflitta una sanzione di 77.400 euro e la revoca definitiva dell’autorizzazione all’attività.

Resta però il nodo delle bonifiche: “Non si hanno notizie certe sulla riqualificazione dei terreni contaminati — afferma Mastruzzo — ed è un problema enorme, perché parliamo di campi produttivi e quindi di un possibile impatto sul ciclo alimentare dei cittadini”.

Il caso Sovea: indagini preliminari e presunzione di innocenza

Nel Bresciano, un’altra inchiesta riaccende l’attenzione sulla gestione dei rifiuti. L’azienda Sovea S.r.l. è accusata — secondo le ipotesi investigative — di aver trattato in modo improprio circa 250 mila tonnellate di materiale dichiarato come compost, distribuendolo nei terreni della Bassa Bresciana e del Piacentino.

Dalle analisi effettuate dagli inquirenti, alcune partite sarebbero risultate contaminate da plastiche, idrocarburi e metalli pesanti fino a dodici volte oltre i limiti. L’impianto, esteso per 9.600 mq, è stato sequestrato nell’ottobre 2025 dai Carabinieri Forestali, e il sequestro è stato poi confermato dal Tribunale di Brescia.

L’amministratore unico, Roberto Ancora, risulta indagato per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e tutte le contestazioni dovranno essere provate in giudizio, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza.

Il ruolo degli amministratori locali: vigilanza, trasparenza e responsabilità verso i cittadini

È proprio in seguito alla conferma del sequestro del sito di Ghedi che il presidente Mastruzzo ha ritenuto necessario convocare la Commissione Ambiente del Comune di Montirone.

“Gli amministratori locali — afferma — non possono sostituirsi alla magistratura, ma possono e devono svolgere un ruolo attivo di vigilanza, di richiesta di informazioni e soprattutto di trasparenza verso i cittadini. Chi amministra il territorio ha il dovere istituzionale di pretendere chiarimenti e informare la popolazione quando emergono potenziali rischi”.

Alla riunione erano presenti il sindaco Filippo Spagnoli e l’assessore Alberto Stanga. Mastruzzo ha chiesto quali informazioni fossero disponibili sui terreni eventualmente coinvolti nella vicenda.

Il sindaco ha spiegato che, finché le indagini sono in corso, gli atti sono coperti da riserbo e il Comune non può conoscere quali terreni siano interessati.

L’amministrazione si è comunque dichiarata disponibile a collaborare con la Commissione per organizzare un evento pubblico informativo, invitando esperti del settore per chiarire le norme sull’uso dei fertilizzanti, le tempistiche previste e le modalità di controllo.

Per Mastruzzo questa è una direzione necessaria:

“Di fronte a casi complessi e potenzialmente gravi, gli amministratori devono essere i primi garanti della trasparenza. Informare i cittadini non è una gentile concessione: è un dovere. E la fiducia si costruisce solo così”.

 

 

 

(3 dicembre 2025)

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