“Bro’, è in coma, bene così non parla. Io gli stacco tutti i cavi”: siamo al peggio del peggio. Spiace scriverlo, ma non è populismo: a questi, degli altri, non gliene frega un accidente. Per 50 euro pestano, prendono a pugni e calci, accoltellano un 22enne, lo lasciano invalido a vita (perderà l’uso di una gamba per tutta la vita), si vantano sui social del loro agire, si accordano (via social, questi impresentabili) per raccontare le loro bugie al giudice, si chiedono se trasferirsi in un paese dove ognuno può fare quello che vuole e rimanere impunito – non si trasferiscano, ci abitano già – e parte il dibattito sulla responsabilità sociale che trascura i giovani.
No, grazie. Io dalle responsabilità della società che con viscido paternalismo i media del network Telemeloni vogliono affibbiarmi, mi dissocio.
I delinquenti sono cinque e le loro bravate via social li rendono praticamente rei confessi: puniteli duramente, cominciate a pensare alle certezze della pena e basta retorica del cazzo sulle responsabilità sociale. Esiste, signori miei, la responsabilità individuale. E con quella bisogna insegnare alla gente a fare i conti. Altro che dare la colpa alla società nel suo complesso per disegno politico.
(19 novembre 2025)
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